Due Paesi, Una data | Cosa significa il 25 Aprile per la nostra famiglia 🇦🇺🇮🇹
- minie
- 28 apr
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Quando siamo emigrati qui dall'Italia e ho visto che in Australia il 25 aprile è un giorno festivo, ho pensato "Fico! Gli australiani celebrano le stesse festività che abbiamo noi!".
Mi ci è voluto un po' di tempo per capire che non si tratta affatto della stessa festività.
Infatti, in Australia il 25 aprile si celebra l'ANZAC day. L'acronimo sta per Australian and New Zealand Army Corps (Corpo d'Armata Australiano e Neozelandese) e fu inizialmente istituito per onorare gli ANZAC che prestarono servizio durante la Prima Guerra Mondiale.
Durante quella guerra, il 25 aprile 1915, i soldati australiani e neozelandesi sbarcarono a Gallipoli (in Turchia) e incontrarono una feroce resistenza da parte dell'esercito ottomano.
L'ANZAC Day è nato così, ma oggi commemora in senso lato tutti gli australiani e i neozelandesi "che hanno servito e sono morti in tutte le guerre, i conflitti e le operazioni di mantenimento della pace".
In Italia il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione. Si commemora la vittoria del movimento di resistenza italiano contro il nazismo tedesco e il fascismo, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sebbene diverse città italiane siano state liberate dall'occupazione tedesca in giorni diversi tra la fine di aprile e l'inizio di maggio, il 25 aprile è stato scelto per convenzione, per commemorare la sconfitta del nazismo e del fascismo in Italia e la fine della guerra civile italiana.
Il punto è che in Italia e in Australia viviamo il 25 aprile in modi molto diversi.
L'Australia piange la perdita dei suoi coraggiosi soldati.
L'Italia festeggia la fine dell'occupazione straniera e di una guerra civile che ha diviso l'intero Paese.
Da una parte del mondo gli australiani commemorano in silenzio.
Dall'altra, gli italiani festeggiano con gioia.
Come famiglia italo-australiana, abbiamo il privilegio di apprezzare e onorare entrambe le commemorazioni.
È un privilegio perché in entrambi i casi l'importante è non dimenticare mai.
La storia ci insegna molte lezioni e come cittadini, e soprattutto come genitori, credo sia nostro dovere riconoscere, rispettare e fare tesoro di queste lezioni.
Gli storici interpretano gli eventi passati con la prospettiva degli esiti militari, delle forze e degli interessi geopolitici, dei cambiamenti e delle dinamiche sociali; io stessa ho studiato la storia delle guerre e della politica all'università.
Ma quando sei un genitore e cerchi di insegnare a tua figlia cosa significa il 25 aprile (beh, la nostra bimba è troppo piccola per questo, al momento, ma prima o poi faremo queste conversazioni!), i fatti storici sono solo uno strumento per condividere lezioni molto più importanti.
Quello che vogliamo insegnare a nostra figlia non è chi ha vinto o perso una guerra.
Vogliamo parlare della perdita delle famiglie che hanno dovuto mandare in guerra i loro figli, i loro fratelli, i loro padri. Per non rivederli mai più.
Vogliamo parlare di quanto sia prezioso vivere in pace, senza la costante minaccia di essere incarcerati (o peggio) perché non si è allineati con un regime.
Vogliamo parlare di quanto sia importante essere lenti nel prendere posizione, quando si tratta di guerre. La politica va e viene, ma quelle famiglie saranno distrutte per sempre.
Come disse la mia prozia, quando un fascista le puntò una pistola alla testa, cercando di dissuaderla dall'assistere un partigiano: "Sono un medico. Non mi interessa chi sei tu, non mi interessa chi è lui. Io curo entrambi".
Una vita è una vita. Una persona amata è una persona amata. Una perdita è una perdita.
A casa nostra vogliamo ricordarli con grande rispetto e ci rallegriamo di poter vivere in pace, insieme, come una famiglia.
Auguriamo anche a voi di poter trascorrere il 25 aprile con i vostri cari.
Lest we forget (per non dimenticare).
Buona Festa della Liberazione.
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